Arrivarono
alla Comisaria e la macchina
proseguì oltre l’ingresso principale fino ad
infilare una
stretta entrata sorvegliata da un poliziotto in divisa che non si mosse
dalla sua posizione. Si fermarono in un cortile quadrato e
c’erano alte auto parcheggiate senza un ordine preciso.
Quando il
poliziotto anziano spense il motore, lui fece per aprire la portiera
rendendosi conto che mancava la manopola. Era una macchina della
Polizia, non ci si poteva aspettare altro. Ray-Ban aprì la
sua
portiera dall’esterno e gli indicò una porta
incamminandosi poi dietro di lui. Faceva freddo, Miraflores era a due
passi dall’oceano ed era quasi mezzanotte. Entrò e
aspettò che il poliziotto gli indicasse da quale lato del
lungo
corridoio doveva incamminarsi. Lui invece gli indicò una
panca
poco distante dalla porta e gli disse di sedersi. Sparì in
una
stanza e lui rimase a guardare il via vai dei militari, piuttosto
numerosi dato l’orario. C’erano anche donne tra di
loro e
quasi nessuno lo degnava di uno sguardo. Dopo qualche minuto Ray-Ban
tornò e aveva in mano il suo passaporto e un foglio con
alcune
annotazioni scritte a macchina. Gli disse di seguirlo e arrivati in
fondo al corridoio salirono le scale per arrivare al piano superiore.
C’erano altri uffici, alcuni avevano anticamere chiuse da
vetri
trasparenti. Girarono a sinistra e dopo pochi passi incrociarono
Graciela, le mani dietro la schiena, due poliziotti ai lati. Ray-Ban si
fermò lasciando passare i suoi colleghi e si
voltò a
guardare la sua espressione di sorpresa. Graciela aveva gli occhi bassi
e li alzò soltanto un attimo, senza che nulla facesse
intendere
che lo avesse riconosciuto. Lui restò a guardare fino a che
non
furono spariti verso le scale, poi si girò e vide Ray-Ban
che
dietro i suoi occhiali scuri lo stava fissando attentamente e
probabilmente valutava le sue reazioni a quell’incontro.
Ripresero a camminare e in breve entrarono in una delle anticamere
vetrate. Gli fu detto di sedersi e subito dopo vide che
dall’ufficio usciva un’altra persona conosciuta:
era
vestito diversamente ma lo riconobbe subito, era
l’inserviente
del bar, quello che dentro il locale del bagno passava lo straccio sul
pavimento. Non ci fu tempo per altre riflessioni, Ray-Ban gli disse che
poteva entrare nell’ufficio che era arredato solo con una
scrivania di legno scuro, ridotta piuttosto male, con lunghe sgorature
di vernice. Il poliziotto gli fece cenno di sedersi
sull’unica
sedia e poi rilesse attentamente il foglio.
- Conosce la signorina
Graciela Ruiz Marques – chiese, levandosi gli
occhiali.
- Quella
che abbiamo incontrato nel corridoio ? – rispose lui e gli
venne
in mente che non bisognava mai rispondere ad una domanda con
un’altra domanda.
- Si, quella – Ribadì Ray-Ban
senza levare lo sguardo fisso su un punto poco sopra i suoi
occhi.
-
L’ho incontrata oggi pomeriggio, fuori dal mio Hotel e siamo
andati a bere un aperitivo al Bar Torino – disse lui senza
nessuna esitazione.
- Abbiamo fermato la Signorina poco dopo il vostro
incontro con un quantitativo di cocaina e ci chiediamo quale sia stato
lo scopo del vostro incontro –
Lui rimase un attimo perplesso,
non capiva l’ingenuità di quella domanda, era
tutto molto
inconsueto, inaspettato. I poliziotti in Sud America entravano nelle
stanze d'albergo facendo vere e proprie irruzioni; a volte la droga che
trovavano l'avevano portata loro, a volte semplicemente si inventavano
un falso timbro di ingresso sul passaporto o altre nefandezze di questo
genere con l'unico scopo di spillare un po' di soldi al malcapitato.
Non che i poliziotti peruviani fossero particolarmente corrotti ma
guadagnavano così poco che quasi c’era da capirli.
Avevano
a che fare con stupidi gringos fumatori di marijuana ed era quasi
giusto che avessero il loro tornaconto, visto che oltretutto fumare
marijuana era illegale. Ma Ray-Ban sembrava uscire da un telefilm
americano con il poliziotto per bene che chiede “il motivo
del
suo incontro con la signorina Graciela Ruiz Marques”.
"Perché aveva la coca e poi volevo scoparmela". Questa era
la
risposta esatta. E il suo aspetto trasandato, i suoi capelli lunghi,
l’orecchino e il tascapane erano tutti indizi per fare di lui
uno
stupido gringo che fumava marijuana e ogni tanto gradiva anche la
cocaina.
- L’ho incontrata e mi ha fermato chiedendomi se volessi
bere qualcosa con lei. Molte ragazze fermano noi turisti in questo
modo. A volte vogliono soltanto fare conversazione in inglese
–
questa era la risposta falsa.
- E la signorina voleva fare
conversazione ? – il poliziotto si era rimesso i
Ray-Ban.
- Ho
avuto l’impressione che volesse altro, se devo essere
sincero. Mi
ha anche baciato prima di andare via ma lei ha visto che ho una moglie
e le assicuro che non avevo quelle intenzioni.- Ray-Ban
annuì e
rimase un poco pensieroso, come se fosse dispiaciuto di
qualcosa.
-
Anzi la voglio ringraziare per aver garantito per mia moglie. - Aveva
capito che forse era questa la chiave di lettura di quella strana
avventura con la polizia locale. Il fatto che ufficialmente lui e
Giulia erano marito e moglie. Probabilmente il suo preoccuparsi per lei
aveva messo qualche dubbio al poliziotto. Ray-Ban continuava a stare
zitto ma lui aveva l’impressione che il suo sguardo, dietro
le
lenti scure degli occhiali, non fosse più puntato sui suoi
occhi. Stava per prendere una decisione. Si alzò dicendogli
di
attendere ancora un attimo e sparì probabilmente in un altro
ufficio. Lui ebbe tempo di pensare a tutta quella faccenda.
Probabilmente il fermo di Graciela era avvenuto qualche momento dopo il
loro bacio. Probabilmente il poliziotto travestito da inserviente li
aveva seguiti e poi aveva deciso di fermare le ragazze e non il gringo.
Forse Graciela per pura fortuna aveva dato la stessa spiegazione e
quindi i poliziotti non avevano davvero appigli per pensare che lui
avesse qualche cosa da spartire con la cocaina trovata nella borsa.
Quindi era la "polvere" nella boccettina il problema e non la storia
molto più intricata e pericolosa del trafficante italiano.
Forse
era riuscito a giocare bene il ruolo del "marito" preoccupato per
l'incolumità di sua moglie e la presenza del poliziotto che
aveva così visibilmente mostrato il suo interesse per Giulia
si
era rivelato davvero una fortuna. Forse, se fosse stato davvero un film
americano, avrebbero cercato le sue impronte sulla boccettina ma erano
a Lima, in Perù. C'erano tanti "forse" in quella storia e
lui
davvero non aveva voglia di scoprire che cosa davvero era successo.
Aveva solo voglia di tornare a casa, a casa sua, in Italia. Ray-Ban
tornò spezzando il filo di pensieri. Non si sedette al
tavolo,
aveva in mano il suo passaporto e lo allungo verso di lui dicendo: -
Ecco il suo passaporto, non ho altre domande e lei può
andare.
Stia solo attento alle persone che incontra. – Si tolse gli
occhiali e gli porse la mano.
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