Il
figlio di Mario era troppo giovane. Era nato
solo due anni prima della morte di Maria Di Filippo e quello che mi
stava dicendo era ciò che ricordava dei racconti di suo
padre. I suoi nonni, oltre a suo padre, avevano avuto altri due figli:
Silvana che era vissuta lungo la
costa laziale e Giuseppe, artista, pittore di cui non si avevano
notizie certe. Gaetano era molto amato dalle donne e questo aveva messo
in crisi il matrimonio. Sul banco degli imputati era però
finita Maria, accusata di adulterio, gravata dal sospetto che
Giuseppe, ultimo nato, non fosse figlio di Gaetano, anche se in
realtà gli assomigliava come una goccia d'acqua.
Così Gaetano finì per accasarsi con un'altra
donna e Maria si ritrovò da sola, forse senza
nemmeno i suoi figli.
Non c'erano persone ancora in vita che potessero ricordare i fatti e
confermare questa ipotesi.
Silvana era morta prima di Mario e l'ultimo figlio, Giuseppe, era
svanito nel nulla. Sul litorale laziale però viveva ancora
un figlio di Silvana e forse lui poteva
sapere qualche cosa. Dunque la storia si confermava come l'avevo immaginata. Piccoli drammi
familiari, tradimenti, figli disconosciuti, forse
contesi. Maria era rimasta
incinta, forse di Gaetano, forse di un altro uomo. Forse l'accusa di
adulterio l'aveva spinta davvero nelle braccia di qualcuno che poi
l'aveva abbandonata con un bambino che non poteva avere alcun futuro. O
forse fu soltanto una rivalsa verso un marito che la accusava solo per
non essere accusato. Poteva essere davvero questa la disperata situazione
che indusse Maria all'abbandono. Maria era una giovane
donna arrivata a Roma dalla
campagna che probabilmente pensava di aver trovato il
grande amore. Gaetano invece aveva una madre anziana che forse non
aveva altro che quel figlio inaspettato. Avevo forte la
sensazione che il trasferimento a Napoli fosse un passaggio molto
importante di quella vicenda e che
Maria Domenica Palumbo fosse coinvolta in prima persona. Il
quadro sembrava completo, tutti i tasselli erano al loro
posto. C'era una ipotesi ed era
plausibile e tanto doveva bastare. Il
tempo aveva steso un velo di polvere su quei fatti e i ricordi si
perdevano ogni giorno di più. Restavano soltanto documenti
scritti con linguaggio antico e
firme dalla grafia incerta. |
Arrivarono
anche gli ultimi documenti. Lo storico anagrafico confermava il racconto del figlio di
Mario: Silvana era nata a Roma nel dicembre del 1922 e quindi era
esatta anche la mia sensazione che il matrimonio celebrato a Maggio
fosse un atto riparatore. Poi nel 1926 era nato Mario e la famiglia si
era già trasferita a Napoli. Due anni più tardi,
infine, era nato Giuseppe, l'artista. Il documento che arrivava da Roma
confermava che la "migrazione" a Napoli era datata maggio del
1926, un paio di mesi prima della nascita di Mario. Sullo stato di
famiglia mancava proprio Maria Di Filippo. Guardando i miei appunti mi
resi conto di coincidenze singolari: Maria De Filippo e mia madre si
erano sposate a diciannove anni ed erano morte a settantasei. I nomi dei
figli, Silvana e Giuseppe, e quello di mia
sorella è un nome non molto diffuso. Dettagli,
curiosità di poco conto. In realtà non c'erano
altre tracce interessanti da seguire, il quadro era abbastanza definito, ed
era inutile anche cercare altre versioni di quei fatti. I drammi
familiari vengono raccontati in modo contrastante da voci diverse
e la verità "non è una ma tante quante sono le
persone che presumono di conoscerla". Mi rendevo conto di parteggiare
istintivamente per Maria, anche se aveva abbandonato la mia mamma, ma
di sicuro lei fu vittima di qualcosa contro cui non aveva forza di
combattere. Certo, era davvero un peccato essere arrivati
tardi per ascoltare chi quei fatti li aveva vissuti per davvero.
Così era successo per il padre di Sisto Silvestri e
così era con Mario Palumbo. Potevo comunque ritenermi soddisfatto per tutta
la strada che avevo percorso. Avevo non solo trovato nomi e luoghi ma ero
riuscito a ricostruire un ambito in cui queste persone si erano mosse.
Certo rimanevano mille curiosità. Che cosa aveva davvero
fatto Maria per meritare l'abiura? Come aveva vissuto gli anni
dell'abbandono? Quando mia madre fu abbandonata il figlio
più piccolo aveva solo quattro anni e forse Maria non aveva neanche
più sua madre. La storia poi stava preparando una
guerra devastante e una ricostruzione difficile. |
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